Neon Joe Werewolf Hunter

Una serie di morti violente sconvolge la cittadina di Garity, Vermont, nota anche come B&B Town vista l’alta incidenza di strutture turistiche. Ma a risolvere la situazione ci penserà – senza invito, è giusto precisarlo – Neon Joe (Glaser), cacciatore di lupi mannari a sua detta infallibile ma di certo senza troppo gusto nel vestire.
La formula dell’umorismo nonsense americano, quella che ha fatto la fortuna di grandi serie di animazione come i Simpson e, recentemente, i Griffin, trova un’applicazione in live-action con Neon Joe, Werewolf Hunter. La miniserie targata Adult Swim presenta un campionario da commedia demenziale innestato su una base fantahorror per ridere sugli stereotipi di genere (lo specialista venuto a salvare una città in pericolo) e con gli stereotipi di genere (la scena iniziale di Paul Rudd). L’eroe, che sventola come una bandiera fosforescente la sua origine pseudo-fumettistica, non è poi tanto eroe, le vittime non sono tanto vittime e dietro il mistero dei lupi mannari sembra nascondersi ben altro, ma in fondo la trama conta poco, conta più la battuta estemporanea e anche di quelle in fondo la tv americana ce ne ha riservate di migliori. Trama

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